Il Bonus Ristrutturazioni, una delle agevolazioni più utilizzate in edilizia, non è riservato solo ai proprietari dell’immobile. Può infatti essere sfruttato anche da un familiare convivente, purché rispetti alcune condizioni precise.
La normativa – confermata anche dall’Agenzia delle Entrate – stabilisce che la detrazione spetta a chi vive stabilmente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dei lavori. In questo caso, il familiare deve:
- autocertificare la convivenza già esistente all’avvio dei lavori;
- sostenere personalmente le spese, dimostrandolo con i pagamenti tracciabili.
Per “familiare convivente” si intendono il coniuge (o parte di unione civile), i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado. La detrazione si applica anche al convivente di fatto.
Altri beneficiari possibili
Oltre ai familiari conviventi, il Bonus può essere utilizzato da:
- proprietari e nudi proprietari,
- usufruttuari, comodatari e inquilini,
- soci di cooperative,
- imprenditori individuali (se l’immobile non è bene strumentale o merce),
- promissari acquirenti e coniugi separati assegnatari.
Percentuali di detrazione
Per il 2025 la detrazione è del:
- 50% per la prima casa,
- 36% per gli altri immobili.
Dal 2026 è previsto un graduale abbassamento: 36% sulla prima casa e 30% sugli altri immobili.
Interventi ammessi
Il Bonus copre:
- ristrutturazioni edilizie,
- manutenzioni straordinarie,
- restauro e risanamento conservativo.
Sono esclusi gli interventi di manutenzione ordinaria sulle singole unità abitative, che invece diventano detraibili se riguardano parti comuni condominiali.
In sintesi: anche il familiare convivente può beneficiare del Bonus Ristrutturazioni, ma deve essere convivente al momento dell’avvio dei lavori e farsi carico direttamente delle spese.


